Un’indagine sull’inclusione sanitaria delle madri con disabilità nell’Unione Europea
11-12-2024 13:35 - News
La CESIE ETS, un’organizzazione non governativa italiana con sede a Palermo, sta collaborando ad ASSIST (Inclusione sanitaria delle madri con disabilità), un progetto finanziato dalla Commissione Europea per condurre una ricerca sulla discriminazione delle madri con disabilità in Europa. Il progetto prevede che, attraverso un questionario online, vengano raccolte le esperienze che le madri con disabilità hanno avuto con i servizi sanitari in tutti i Paesi coinvolti nel progetto (tra cui l’Italia), nonché che vengano effettuate interviste a professionisti/e sanitari e attivisti/e impegnati/e in questa specifica causa. Invitiamo pertanto chi rientra nei profili indicati a rispondere al questionario online e/o a contattare la ONG.
Una donna in sedia a rotelle passeggia con suo figlio in uno spazio verde.
La CESIE ETS è un’organizzazione non governativa italiana con sede a Palermo impegnata nella promozione dell’innovazione, della partecipazione e della crescita in campo educativo. Attualmente questa ONG sta collaborando a Healthcare Inclusion of Mothers with Disability (ASSIST, ovvero: Inclusione sanitaria delle madri con disabilità), un progetto finanziato dalla Commissione Europea per condurre una ricerca sulla discriminazione delle madri con disabilità in Europa che riunisce dieci partner provenienti da quattro Paesi: Grecia, Irlanda, Italia e Belgio (di cui si può leggere a questo link).
Il progetto prevede che vengano raccolte le esperienze che le madri con disabilità hanno avuto con i servizi sanitari in tutti i Paesi coinvolti nel progetto, nonché che vengano effettuate interviste a professionisti/e sanitari e attivisti/e impegnati/e in questa specifica causa. Pertanto le madri con disabilità, o le aspiranti madri con disabilità, che si sono relazionate con i servizi sanitari sono invitate a rispondere al questionario online pubblicato al seguente link, i dati verranno elaborati in forma anonima e saranno utilizzati al solo fine di individuare i modelli e le aree di miglioramento nel settore sanitario. Mentre i/le professionisti/e sanitari e attivisti/e che volessero collaborare possono contattare Ritti Soncco attraverso questa e-mail: ritti.soncco@cesie.org
Il progetto è stato sviluppato a partire dalla considerazione che «oltre 87 milioni di persone nell’Unione Europea vivono con una qualche forma di disabilità e, secondo il Comitato Economico e Sociale Europeo, quasi 40 milioni di queste sono donne e ragazze – spiegano dal CESIE nella pagina dedicata alla collaborazione al progetto ASSIST –. Si tratta del 16% della popolazione dell’UE. Mentre la ricerca sui diritti delle persone con disabilità e sulla giustizia in materia di disabilità è aumentata nel corso degli anni, la ricerca sulle donne con disabilità nelle diverse fasi della maternità (prima, durante e dopo la gravidanza) rimane limitata.
Purtroppo, molte madri hanno avuto esperienza di frequenti atteggiamenti scoraggianti e giudicanti da parte di operatori sanitari di varie specializzazioni. Questi atteggiamenti vanno dalla commiserazione alla vera e propria messa in discussione delle capacità genitoriali della persona disabile: è stato riscontrato che gli operatori sanitari cercano spesso di scoraggiare le donne disabili dal creare una famiglia. In tutta Europa, la società civile ha denunciato che la contraccezione forzata, le sterilizzazioni e gli aborti sono comuni negli istituti per disabili. Le pubblicazioni scientifiche sostengono questi risultati, indicando la discriminazione, i pregiudizi, la mancanza di conoscenze e le percezioni non scientifiche all’interno del settore sanitario che creano ostacoli alle madri. Inoltre, nonostante i progressi nella creazione di ingressi accessibili, le strutture mediche in Europa devono ancora aggiornare le loro attrezzature per diventare completamente accessibili.
Lavorando in collaborazione con persone che vivono con diverse forme di disabilità e con le loro reti di supporto, il progetto ASSIST si occuperà di ricerca, raccolta e lavoro per smantellare la discriminazione e le barriere affrontate dalle madri con disabilità in tutta Europa. In quanto tale, questo progetto contribuisce agli obiettivi stabiliti dalla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, e sostiene diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stabiliti dall’Unione europea».
Questi invece gli obiettivi che il progetto si prefigge di conseguire:
Esaminare le esperienze delle madri disabili nel settore sanitario in tutta Europa.
Amplificare le esperienze delle madri disabili e ridurre trascuramento della loro salute.
Formare gli operatori/trici sanitari/e su pratiche scientificamente valide e sicure per migliorare i servizi sanitari, promuovere l’autonomia corporea, i diritti alla salute riproduttiva e sessuale e creare un ambiente positivo per le donne con disabilità.
Formare gli operatori sanitari su attrezzature e pratiche mediche accessibili che tengano conto delle esigenze delle persone con disabilità.
Colmare il vuoto di ricerca nella letteratura accademica, negli studi e nelle pubblicazioni europee, dato che la maggior parte di essi proviene dal Regno Unito e dagli Stati Uniti e l’UE rimane sottorappresentata.
Lavorare in modo complementare alla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea e alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, e aiutare l’Europa a raggiungere diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Trasferibilità del progetto a livello nazionale ed europeo nelle attività di definizione delle politiche e di follow-up sostenute da ERASMUS+ e da altri programmi di finanziamento.
Una donna in sedia a rotelle passeggia con suo figlio in uno spazio verde.
La CESIE ETS è un’organizzazione non governativa italiana con sede a Palermo impegnata nella promozione dell’innovazione, della partecipazione e della crescita in campo educativo. Attualmente questa ONG sta collaborando a Healthcare Inclusion of Mothers with Disability (ASSIST, ovvero: Inclusione sanitaria delle madri con disabilità), un progetto finanziato dalla Commissione Europea per condurre una ricerca sulla discriminazione delle madri con disabilità in Europa che riunisce dieci partner provenienti da quattro Paesi: Grecia, Irlanda, Italia e Belgio (di cui si può leggere a questo link).
Il progetto prevede che vengano raccolte le esperienze che le madri con disabilità hanno avuto con i servizi sanitari in tutti i Paesi coinvolti nel progetto, nonché che vengano effettuate interviste a professionisti/e sanitari e attivisti/e impegnati/e in questa specifica causa. Pertanto le madri con disabilità, o le aspiranti madri con disabilità, che si sono relazionate con i servizi sanitari sono invitate a rispondere al questionario online pubblicato al seguente link, i dati verranno elaborati in forma anonima e saranno utilizzati al solo fine di individuare i modelli e le aree di miglioramento nel settore sanitario. Mentre i/le professionisti/e sanitari e attivisti/e che volessero collaborare possono contattare Ritti Soncco attraverso questa e-mail: ritti.soncco@cesie.org
Il progetto è stato sviluppato a partire dalla considerazione che «oltre 87 milioni di persone nell’Unione Europea vivono con una qualche forma di disabilità e, secondo il Comitato Economico e Sociale Europeo, quasi 40 milioni di queste sono donne e ragazze – spiegano dal CESIE nella pagina dedicata alla collaborazione al progetto ASSIST –. Si tratta del 16% della popolazione dell’UE. Mentre la ricerca sui diritti delle persone con disabilità e sulla giustizia in materia di disabilità è aumentata nel corso degli anni, la ricerca sulle donne con disabilità nelle diverse fasi della maternità (prima, durante e dopo la gravidanza) rimane limitata.
Purtroppo, molte madri hanno avuto esperienza di frequenti atteggiamenti scoraggianti e giudicanti da parte di operatori sanitari di varie specializzazioni. Questi atteggiamenti vanno dalla commiserazione alla vera e propria messa in discussione delle capacità genitoriali della persona disabile: è stato riscontrato che gli operatori sanitari cercano spesso di scoraggiare le donne disabili dal creare una famiglia. In tutta Europa, la società civile ha denunciato che la contraccezione forzata, le sterilizzazioni e gli aborti sono comuni negli istituti per disabili. Le pubblicazioni scientifiche sostengono questi risultati, indicando la discriminazione, i pregiudizi, la mancanza di conoscenze e le percezioni non scientifiche all’interno del settore sanitario che creano ostacoli alle madri. Inoltre, nonostante i progressi nella creazione di ingressi accessibili, le strutture mediche in Europa devono ancora aggiornare le loro attrezzature per diventare completamente accessibili.
Lavorando in collaborazione con persone che vivono con diverse forme di disabilità e con le loro reti di supporto, il progetto ASSIST si occuperà di ricerca, raccolta e lavoro per smantellare la discriminazione e le barriere affrontate dalle madri con disabilità in tutta Europa. In quanto tale, questo progetto contribuisce agli obiettivi stabiliti dalla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, e sostiene diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile stabiliti dall’Unione europea».
Questi invece gli obiettivi che il progetto si prefigge di conseguire:
Esaminare le esperienze delle madri disabili nel settore sanitario in tutta Europa.
Amplificare le esperienze delle madri disabili e ridurre trascuramento della loro salute.
Formare gli operatori/trici sanitari/e su pratiche scientificamente valide e sicure per migliorare i servizi sanitari, promuovere l’autonomia corporea, i diritti alla salute riproduttiva e sessuale e creare un ambiente positivo per le donne con disabilità.
Formare gli operatori sanitari su attrezzature e pratiche mediche accessibili che tengano conto delle esigenze delle persone con disabilità.
Colmare il vuoto di ricerca nella letteratura accademica, negli studi e nelle pubblicazioni europee, dato che la maggior parte di essi proviene dal Regno Unito e dagli Stati Uniti e l’UE rimane sottorappresentata.
Lavorare in modo complementare alla Strategia per i diritti delle persone con disabilità 2021-2030 della Commissione europea e alla Convenzione delle Nazioni Unite sui Diritti delle Persone con Disabilità, e aiutare l’Europa a raggiungere diversi Obiettivi di Sviluppo Sostenibile.
Trasferibilità del progetto a livello nazionale ed europeo nelle attività di definizione delle politiche e di follow-up sostenute da ERASMUS+ e da altri programmi di finanziamento.