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Depositata presso la Corte di Cassazione la Proposta di Legge di riforma del TSO

11-12-2024 13:40 - News
Il gruppo dei promotori e delle promotrici della Proposta di Legge di iniziativa popolare per la riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), in occasione del deposito della stessa presso la Corte di Cassazione, a Roma, il 21 novembre 2024.
Nella mattina del 21 novembre scorso, a Roma, l’Associazione Diritti alla Follia ha depositato presso la Corte di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare per la riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO). L’iniziativa mira ad adeguare la normativa attuale alla Costituzione italiana e agli obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese, al fine di assicurare il rispetto, tra gli altri, del diritto all’informazione, al contraddittorio e a una difesa effettiva, nonché a porre fine a una pratica che una recente Ordinanza della stessa Corte di Cassazione ha considerato lesiva dei diritti fondamentali.
Il gruppo dei promotori e delle promotrici della Proposta di Legge di iniziativa popolare per la riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO), in occasione del deposito della stessa presso la Corte di Cassazione, a Roma, il 21 novembre 2024.

Nella mattina del 21 novembre scorso, a Roma, l’Associazione Radicale Diritti alla Follia ha depositato presso la Corte di Cassazione una Proposta di Legge di iniziativa popolare per la riforma del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) [il testo della stessa è disponibile a questo link, mentre a quest’altro link è disponibile la versione con il testo a fronte dell’attuale disciplina, N.d.R.]. L’iniziativa mira ad adeguare la normativa attuale alla Costituzione italiana e agli obblighi internazionali sottoscritti dal nostro Paese, intervenendo su una pratica che, come recentemente evidenziato dalla Corte di Cassazione con l’Ordinanza n. 24124, presenta gravi carenze rispetto alla tutela dei diritti fondamentali.

All’evento erano presenti i promotori della proposta, Michele Capano, presidente dell’Associazione, insieme a iscritti e simpatizzanti dell’Associazione, oltre a esponenti del mondo giuridico, psichiatrico e dei diritti umani.

La Proposta di riforma vuole sanare le numerose violazioni rilevate nella normativa vigente, che oggi non garantisce la piena tutela dei diritti delle persone sottoposte al TSO. Questioni come l’assenza di notifiche trasparenti e tempestive, la mancata audizione della persona interessata da parte del Giudice Tutelare, la scarsa attenzione al diritto di difesa tramite un avvocato e il controllo giurisdizionale spesso limitato alla mera forma sono state al centro dell’analisi condotta dall’Associazione. La riforma punta a riportare il TSO nell’alveo della legalità, assicurando il rispetto dei principi costituzionali, tra cui il diritto all’informazione, al contraddittorio e a una difesa effettiva.

La proposta trae inoltre ispirazione dalle raccomandazioni del Comitato Europeo per la Prevenzione della Tortura (CPT), che ha richiamato l’Italia a garantire che ogni restrizione della libertà personale sia sottoposta a un controllo giurisdizionale rigoroso e sostanziale. Secondo i promotori, è urgente che il legislatore intervenga per adeguare il TSO agli articoli 2, 3, 13, 24, 32 e 111 della Costituzione, tutelando i diritti di alcune delle persone più vulnerabili nella nostra società.

L’Associazione Radicale Diritti alla Follia, impegnata dal 2017 in questa battaglia, sottolinea come questa proposta sia una risposta concreta alle istanze di chi, per anni, ha subito violazioni sistematiche dei propri diritti.

Per informazioni: dirittiallafollia@gmail.com

Riportiamo i principali elementi contenuti nella Proposta di Legge di Riforma della procedura di applicazione del trattamento sanitario obbligatorio (TSO) depositata dall’Associazione Diritti alla Follia:

obbligo di notifica del TSO a chi vi è obbligato;
limitazione del ricorso al TSO solo nei casi di comprovato stato di necessità;
diritto di difesa legale gratuita per tutti coloro che sono sottoposti a TSO;
udienza di convalida dinnanzi al Giudice Tutelare con l’assistenza di un legale;
introduzione di un limite massimo di durata dei trattamenti involontari;
divieto di contenzione;
libero accesso delle Associazioni di tutela presso i reparti psichiatrici;
piena libertà di comunicazione dei ricoverati con l’esterno;
dotazione di un sistema di videosorveglianza in ogni reparto psichiatrico;
esonero di responsabilità penali a carico agli operatori nell’applicazione delle norme di grado superiore.
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