“Dopo di noi”, audizioni in commissione Sanità. Consiglieri Pd: “Percorso per sviluppare politiche nuove”
22-02-2016 15:56 - News
La commissione ha avviato il confronto con le organizzazioni attive nel “Durante e Dopo di Noi”. Parlano Scaramelli, Bambagioni, Ciolini, Giovannetti, Sostegni e Spinelli.
Interpretare i bisogni e trovare risposte tramite politiche nuove, al passo con i diversi contesti sociali e familiari legati al tema della disabilità; questo il primo obiettivo dell’audizione che la commissione Sanità ha svolto ascoltando i rappresentanti del Coordinamento toscano della associazioni e fondazioni per il Durante e Dopo di Noi (Dipoi), che riunisce 50 organizzazioni impegnate per garantire la miglior qualità di vita possibile alle persone con disabilità, e in particolare con disabilità psichiche e intellettive.
“In Toscana sono 70mila le persone con disabilità, delle quali 23mila sono disabili gravi, e per dare un sostegno concreto, oltre ai percorsi sanitari, serve dare un supporto reale alle famiglie e favorire percorsi integrati di politiche sociali. Per questo abbiamo iniziato in Commissione questo percorso di ascolto sul tema del Durante e Dopo di Noi”. Il punto principale è quello di garantire la miglior qualità della vita possibile oggi e percorsi di accompagnamento e integrazione per i disabili adulti, necessari anche in prospettiva futura, per chi non avrà più il sostegno dei familiari” – dichiara il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali Stefano Scaramelli (Pd).
“Questa – aggiungono i consiglieri Pd in commissione, Paolo Bambagioni, Nicola Ciolini, Ilaria Giovannetti, Enrico Sostegni e Serena Spinelli – è la grande preoccupazione di tanti genitori e, in tal senso, le residenze sanitarie vanno organizzate secondo modalità nuove e modulari, rispondenti a tipologie di bisogno crescenti e diversificate, e il modello da diffondere è quello di programmi e interventi innovativi di residenzialità, che tengano insieme l’assistenza alla persona con l’integrazione sociale e il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. Sono questi gli aspetti su cui vogliamo raccogliere il contributo delle associazioni e sviluppare nuove politiche d’intervento”.
Interpretare i bisogni e trovare risposte tramite politiche nuove, al passo con i diversi contesti sociali e familiari legati al tema della disabilità; questo il primo obiettivo dell’audizione che la commissione Sanità ha svolto ascoltando i rappresentanti del Coordinamento toscano della associazioni e fondazioni per il Durante e Dopo di Noi (Dipoi), che riunisce 50 organizzazioni impegnate per garantire la miglior qualità di vita possibile alle persone con disabilità, e in particolare con disabilità psichiche e intellettive.
“In Toscana sono 70mila le persone con disabilità, delle quali 23mila sono disabili gravi, e per dare un sostegno concreto, oltre ai percorsi sanitari, serve dare un supporto reale alle famiglie e favorire percorsi integrati di politiche sociali. Per questo abbiamo iniziato in Commissione questo percorso di ascolto sul tema del Durante e Dopo di Noi”. Il punto principale è quello di garantire la miglior qualità della vita possibile oggi e percorsi di accompagnamento e integrazione per i disabili adulti, necessari anche in prospettiva futura, per chi non avrà più il sostegno dei familiari” – dichiara il presidente della commissione Sanità e Politiche sociali Stefano Scaramelli (Pd).
“Questa – aggiungono i consiglieri Pd in commissione, Paolo Bambagioni, Nicola Ciolini, Ilaria Giovannetti, Enrico Sostegni e Serena Spinelli – è la grande preoccupazione di tanti genitori e, in tal senso, le residenze sanitarie vanno organizzate secondo modalità nuove e modulari, rispondenti a tipologie di bisogno crescenti e diversificate, e il modello da diffondere è quello di programmi e interventi innovativi di residenzialità, che tengano insieme l’assistenza alla persona con l’integrazione sociale e il raggiungimento del maggior livello di autonomia possibile. Sono questi gli aspetti su cui vogliamo raccogliere il contributo delle associazioni e sviluppare nuove politiche d’intervento”.